Per cui mi sono
ritrovata quasi catapultata tra le gallerie della Liguria, le innumerevoli
barrières de péage francesi, nel variegato territorio della Spagna fino ad
arrivare, il quarto giorno, ad Algeciras per oltrepassare lo stretto di
Gibilterra e sbarcare in Marocco.
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Saranno 40 giorni e 13293 km per entrare nel vivo dell’Africa nera con Sole e Michele che ci conducono per le strade di Senegal e Gambia. Sono tanti i km da percorrere su asfalto o piste più o meno battute ma ogni giorno sei pronta per immergerti e assaporare tutte le opportunità previste o impreviste dal programma. L’unica delusione è dovuta alla pigrizia degli ippopotami per i quali siamo andati fino al confine della Guinea per vederne spuntare solo occhi e orecchie dall’acqua del fiume; ma ricompensati dal piacere di avere attraversato il Niokolo Kobo e saliti al villaggio Bedik e alle cascate del Dindefelo.
Non si può
sintetizzare un’esperienza così ampia e pur incompleta, così coinvolgente che
quando sei di nuovo tra le mura di casa tua ti stupisci ancora di averla
vissuta e senza nemmeno un piccolo incidente!. Non si può chiamare incidente
l’insabbiata del camper al porto di St Louis dove tutti erano lì pronti per
darti una mano. E avere pranzato e cenato nei ristorantini locali e mangiato le
frittelle comprate al mercato di Tambacounda (ma il primo vero
"assaggio" africano sono state le frittelle, offerte da Michele,
appena uscite dall'olio bollente che una donna mauritana prepara e vende seduta sul
marciapiede di Nouadhibou) senza aver riscontrato alcun disturbo.
E attraversi villaggi
abitati da bambini che, non appena catturano allo sguardo i nostri camper,
corrono gridando lungo il bordo strada e salutano entusiasti agitando le
braccia. Ma ci sono anche i ragazzini della scuola con quaderni scritti in
maniera impeccabile. O quelli che, quando la carovana è ferma, bussano al finestrino e chiedono le bottiglie vuote di plastica, "donne mois la bic" oppure "argent argent" "un cadeau si vou plait" e poi corrono via felici.
Spero almeno che
anche noi turisti, ladri di immagini ed emozioni, abbiamo regalato qualcosa a
questa terra.